Qual
è il valore di una adeguata educazione alla cittadinanza digitale?
Per poter cogliere il
valore di una adeguata educazione alla cittadinanza digitale un buon
punto di partenza può essere la lettura di un recente studio
statunitense, a cura di Common Sense Media, "Children, Teens,and Entertainment Media: The View From The Classroom” a Novembre.
Secondo
quale prospettiva sono raccolti i dati?
Lo studio propone una
riflessione sulla crescita o decrescita di specifiche competenze
possedute dagli allievi "nativi digitali" attraverso la
raccolta di osservazioni effettuate dai docenti.
Il lavoro pubblicato,
pur non avendo previsto la realizzazione di interventi strutturati di
misurazione delle competenze degli allievi (attraverso
somministrazione di prove o affidamento di compiti specifici), può
rappresentare un valido punto di partenza, per coloro che si occupano
di progettazione e realizzazione di interventi didattici/formativi.
La riflessione sulla
"percezione dei docenti", in merito alle competenze dei
propri allievi, rappresenta un elemento di sicuro interesse da cui
far partire una progettazione finalizzata ad elaborare esperienze di
apprendimento che guidino i nativi digitali a cogliere in pieno le opportunità offerte dalle Tecnologie dell'Informazione e a difendersi da eventuali insidie che possano minarne la crescita intellettuale, personale e sociale.
apprendimento che guidino i nativi digitali a cogliere in pieno le opportunità offerte dalle Tecnologie dell'Informazione e a difendersi da eventuali insidie che possano minarne la crescita intellettuale, personale e sociale.
Quale
tipologia di docente ha partecipato allo studio?
Sono docenti americani
operanti in scuole di diverso ordine e grado, in possesso di
curricula professionali eterogenei, nonché di differenti livelli
di competenze tecnologiche.
Perché
è importante, per chi opera come docente, formatore ( o è genitore)
uno studio di questo tipo?
L'Italia, colpevolmente
in ritardo nell'impiego diffuso delle tecnologie nella comunicazione
in ambito sia privato che formativo/scolastico, potrebbe trasformare
la propria "mancanza" in risorsa analizzando i punti di
criticità riscontrati da quei Paesi, come appunto l'America, che,
con all'incirca dieci anni di anticipo, si sono avviati nel "sempre
connesso" e nel formare i nativi digitali.
I Paesi che hanno una
consolidata esperienza di educazione alla cittadinanza digitale:
- si trovano, oggi, in
quella che potremmo definire la "prima fase di ritorno",
possono operare bilanci, a seguito di una consolidata esperienza
decennale in tema di educazione di "nativi digitali autentici"
(ovvero soggetti che in pieno rispondono alle caratteristiche
di tale tipologia di fruitore mediale)
- possono rappresentare
per noi esempi di buone o cattive prassi condotte.
In Italia:
- viviamo la fase che
potremmo definire di "ingresso diffuso" che si caratterizza
per l'orientamento e la spinta, attraverso diversificate forme di
finanziamento e sostegno alla implementazione delle dotazioni
tecnologiche e all'educazione alle media litteracies;
- vi è una consistente
realtà di "nativi digitali anagrafici" che non sono in
possesso di un'autentica familiarità con le tecnologie della società
dell'Informazione attribuibile a gap connessi, principalmente,
all'ambiente socio-economico-culturale- educativo di provenienza).
Accelerare
la maturazione delle nostre capacità di comunicare, collaborate ed
apprendere in un contesto digitale.
Pur operando le
necessarie ed opportune contestualizzazioni, l'esperienza maturata in
Paesi in possesso di uno "storico" di pratica
educativa/formativa di "nativi digitali autentici"
significativo, è una miniera di riferimenti su cui costruire
esperienze di apprendimento in ambienti comunicativi collaborativi,
reticolari, immersivi, multimediali.
Riflettiamo
sulle idee chiave dello studio
L'immersione mediatica
riduce le performance didattiche con punte di criticità riguardo a:
- durata dell'attenzione
La
difficoltà a mantenere tempi adeguati di attenzione sembra
sia connessa all'abitudine a costanti stimoli e sollecitazioni da
parte dei media. Gli allievi mostrano di aver bisogno di immediate
gratificazioni rispetto ad un compito loro affidato). A questo
proposito potrebbe risultare utile ed efficace l'impiego di percorsi
di verifica automatizzati.
- mancanza di regole
Una mancanza di regole
nei tempi e nei modi di utilizzo degli strumenti tecnologici (in
particolar modo nelle ore serali/notturne) affaticherebbe gli
allievi che in classe mostrano segni evidenti di stanchezza,
mancanza di un adeguato riposo, problemi di affaticamento della
vista.
Risulta indispensabile,
anche in questo caso, una sinergia tra famiglia e docenti
nell'intervento di educazione al corretto rapporto con i media da
parte dei minori.
- competenze di scrittura
Gli allievi mostrano una
difficoltà ad adeguare il proprio registro comunicativo a contesti
formali. L'uso della scrittura in rete, sebbene diffuso, è
svincolato da qualsiasi regola grammaticale.
- tempo e qualità del lavoro svolto a casa dagli studenti
Gli allievi tendono a
distrarsi a causa delle innumerevoli sollecitazioni provenienti dai
diversi media che utilizzano o "subiscono" mentre studiano.
- capacità di gestire una comunicazione in presenza
Tra gli elementi che
concorrono a rendere difficoltosa la comunicazione in presenza vi è
la distrazione continua attribuibile ai media.
- capacità di elaborare una propria opinione in modo critico
L'eccesiva
disponibilità di informazioni si traduce in impossibilità
all'approfondimento e alla metabolizzazione delle conoscenze.
Esiste una complessiva
sovrapponibilitá, seppur con alcune eccezioni, delle osservazioni
riportate dai docenti " veterani ( con più di quindici anni di
servizio)" e " nuove leve ( con meno di cinque anni di
servizio)" partecipanti allo studio.
I
Media a rischio
I media considerati, dai
docenti, un rischio per gli allievi variano a seconda della fascia di
età dei soggetti in formazione. Per i più i "piccoli"
risulta percepito come maggiormente problematico l'uso dei video/pc
game e della tv; per i più "grandi" l'uso dei messaggi e
dei socialnetwork.
Qual
è l'ambito di competenze in cui si registrano le peggiori
performance ?
Emerge che l'ambito in
cui si registrano le peggiori performance, o più precisamente sono
così percepite dai docenti, indipendentemente dall'uso dei media, è
quello delle competenze di scrittura.
Ciò deve spingere a
realizzare nuovi progetti didattici di educazione alla scrittura in
cui non si “vieti” l'uso delle tecnologie ma si guidi il discente
a divenire consapevole dell'importanza di “saper scrivere” in un
contesto comunicativo digitale.
Un esempio di proposta
didattica potrebbe essere l' utilizzo dei social networking site in
classe a fini didattici.
Proposta
didattica
Creare il profilo
(facebook, twitter, ….) della classe per poter scrivere e
comunicare ciò che si impara e produce a scuola.
Quali
miglioramenti sono stati percepiti?
Miglioramenti, connessi
all'uso dei media, per un terzo dei docenti coinvolti nella ricerca,
sembra siano stati registrati relativamente a :
- abilità a ricercare informazioni
- abilità a svolgere attività in multitasking.
L'uso delle Tecnologie
della società dell'informazione come stimolo reale alla creatività
è percepito, invece, in modo prevalente dai docenti che dichiarano
di avere dimestichezza con le tecnologie.
Possiamo chiederci:
questa percezione è influenzata dal livello di competenza
tecnologica del docente visto che questo ne pregiudica la
possibilità di sfruttare a pieno le potenzialità dei media ?
Ulteriori
aspetti di criticità
Tra gli aspetti di
criticità emersi in modo forte, soprattutto nell'osservazione
effettuata dai docenti con limitate competenze tecnologiche, vi è
la percezione che l'esposizione eccessiva ai media influenzi
negativamente lo sviluppo in ambito sociale dei giovani. In
particolare, essi risultano influenzati da messaggi ricorrenti che
fanno riferimento alla sfera sessuale, che rendono più complessi e
conflittuali i rapporti tra ragazzi e ragazze, che portano ad una
visione distorta ed eccessivamente concentrata verso il corpo come
"oggetto", che incoraggiano, in genere, atteggiamenti
aggressivi.
Un sano sviluppo delle
competenze sociali appare negativamente influenzato da televisione,
film, musica, social network e videogame.
Le
competenze sociali
Esiste, tuttavia, una
minoranza di docenti che ritiene l'influenza dei media positiva nello
sviluppo delle competenze sociali; si tratta in prevalenza di coloro
che affermano di possedere una maggiore dimestichezza con le
tecnologie.
Essi riconoscono, in
particolare alla rete, la possibilità di fornire un accesso
stimolante, da un punto di vista formativo, ad informazioni che
l'allievo non avrebbe modo di intercettare nel proprio contesto. I
media, in questo senso, consentono al soggetto in formazione di
ampliare i propri orizzonti in relazione ai bisogni di conoscenza di
cui è portatore.
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